Controriforma Boschi-Renzi-Verdini

Nessie

Saura Plesio

Ci sono tanti di quei problemi che il problema del referendum  previsto per ottobre prossimo, legato alla controriforma Boschi-Renzi-Verdini sembrerebbe l’ultima delle preoccupazioni. Ma il motivo del sequestro dei poteri legislativi e consultivi del parlamento è comunque importante perché le élite usano i loro pupazzi (e Renzi lo è) allo scopo di depotenziare i parlamenti, sequestrare le carte costituzionali espressione degli stati-nazione, e creare un accentramento dei poteri, mai visto prima d’ora. La sottoscritta non è mai stata una fanatica per “la più Bella del mondo”. Parlo di quella costituzione sulla quale è stata sfoderata fin troppa retorica antifascista. Ma le modifiche dei titoli, articoli apportate dalla nuova controriforma tanto cara a Napolitano che non perde occasioni per farne da testimonial (appare evidente che dietro alla Boschi c’è lui) sono le peggiori possibili e soprattutto vengono effettuate in tempi troppo sospetti per credere di essere animate da autentico pathos innovativo. Inoltre non è affatto vero che serviranno alla semplificazione e a risparmiare denari. Questo comunque il testo   della Controriforma sottoposto a referendum confermativo da mettere in comparazione con quello della costituzione classica. Noterete pertanto che le modifiche sono  di gran lunga peggiori del dettato della carta costituzionale. Bisognerebbe leggerlo avendo a fronte  il testo originale della Costituzione per fare una comparatistica oggettiva tra il “prima della cura” e il “dopo la cura”. La loro. Comunque le vostre antenne vi diranno fin da subito che c’è una concentrazione e un accentramento dei poteri e che i contrappesi democratici vanno a farsi definitivamente benedire.

Perché…
1) si tratta di una riforma non legittima perché prodotta da un parlamento eletto non dal popolo ma con una legge elettorale (Porcellum) già dichiarata incostituzionale. Inoltre, anche agli amministratori regionali e locali si va a garantire l’immunità parlamentare
2) non è una riforma scritta in modo chiaro e semplice e, soprattutto, non è stata prodotta per iniziativa libera del parlamento, ma sotto dettatura del governo
3) il bicameralismo non viene davvero superato, come dice il governo, bensì reso più confuso creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e nuovo Senato
4) non crea semplificazioni per quanto riguarda il processo di produzione delle norme, anzi lo complica: dalle nuove norme su Senato e procedura legislativa deriverebbero almeno 7 procedimenti legislativi differenti

5) i costi della politica non vengono dimezzati: con la riforma si andrà a risparmiare circa il 20%, ma in realtà sono in arrivo nuove indennità al rialzo per i funzionari parlamentari
6) l’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo di raggiungimento di 150mila firme (attualmente ne servono 50mila) per i disegni di legge di iniziativa popolare
7) non garantisce la sovranità popolare: insieme alla legge Italicum, che mira a trasformare una minoranza in maggioranza assoluta di governo, espropria il popolo dei suoi poteri e consegna la sovranità nelle mani di pochi

8) non è una riforma innovativa in quanto conserva e rafforza il potere centrale a detrimento delle autonomie locali che vengono private di mezzi finanziari ancora più di quanto non siano già.

Darò ovviamente il mio NO al referendum non tanto perché mi interessa mandare a casa un  Bimbominkia  che può essere prontamente sostituito da un altro  figlioletto di Troika (sì, certo anche questo, ma non solo). Darò il mio NO, perché non sopporto l’eliminazione di un Senato che verrà sostituito con senatori non eletti e nominati direttamente dalle regioni. E comunque il tanto decantato risparmio di spesa non ci sarà. Darò il mio NO, perché i comunisti del passato quando la buonanima di Alcide De Gasperi della DC allora capo del governo, volle fare una legge col premio di maggioranza per chi vince, presero d’assedio le città e occuparono perfino le centrali dell’ENEL ululando ai 4 venti “NO alla legge truffa”.
Correva l’anno 1953.  Ora che invece finalmente dopo aver fatto gli sciacquini della finanza ed essere passati da servi dell’URSS a servi degli USA, sono giunti al governo dopo magheggi mirabolanti, il “premio di maggioranza”, verrà  quasi raddoppiato.
Darò il mio NO, perché gli ordini di “riscrivere” una riforma per me “anticostituzionale” recano la firma della Boschi, ma su suggerimento occulto di Napolitano che non perde occasione per occupare, con fare imperiale, le trasmissioni tv allo scopo di caldeggiare il risultato del SI. Insopportabile!

Domani 2 giugno Mattarella e Renzi sfileranno per festeggiare una repubblica basata sull’invasione sistematica e sulla fine dell’italianità. Dopo l’Austria avranno il coraggio di  truccare anche questo referendum? Alle nefandezze non c’è più alcun limite.

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I am a sardinian patriot
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